Le origini

Un'antologia della lirica delle origini: il Laurenziano

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Redi 9. Membr., XIV2, mm 240×170, II+144 cc.

Introduzione

Il Laurenziano Rediano 9 raccoglie quasi l’intera poesia del Duecento, dai siciliani ai primordi dello stilnovo; è incentrato sull’opera di Guittone d’Arezzo, gli altri poeti rappresentati sono quelli della scuola siciliana (Giacomo da Lentini, Pier delle Vigne, Guido delle Colonne, Federico II di Svevia ecc.), i rimatori toscani di transizione (Meo Abbracciavacca, Panuccio dal Bagno, Bonagiunta), Guido Guinizzelli e i suoi primi seguaci nella scelta del nuovo dolce stile (in opposizione proprio a quello aspro di Guittone) come Guido Cavalcanti e Monte Andrea.

Trascrizione del testo esposto

Alcor gientil repara senpre amore, coma 
laselua augiello alauerdura. Nefu amore auante 
gientil core, negientil core auanti amor natura. 
Caddesso cheffulsole. sitosto losprendore fu lu- 
ciente. nefu auantel sole. Eprende amore ingen- 
tilessa loco, cusi propiamente, come chalore in- 
clarita difoco.  
 
Foco damore ingentil cor sapprende, come 
uertute inpetra presioza. che dalastella ualor uoi- 
discende. auanti il sol lafaccia gientil cosa. Poi 
 
chena tratto fore. porsua forsa losol ciò cheglie 
uile, istella ida ualore. Cusi locor chestratto da- 
natura. esletto pur gientile. donna guiza distella 
lonnamora. 
                  

Descrizione

Il Laurenziano Rediano 9 è, con il Vaticano latino 3793 e il Banco Rari 286 della Biblioteca Nazionale di Firenze, uno dei tre manoscritti che trasmettono la produzione lirica delle Origini, e assieme agli altri due canzonieri raccoglie quasi l’intera poesia del Duecento, dai siciliani ai primordi dello stilnovo. Come gli altri, fu esemplato in Toscana nell’ultimo decennio del Duecento (comprende componimenti databili fino al 1290 circa) sul modello delle raccolte trobadoriche, aggiungendo al nucleo dei poeti siciliani il corpus dei primi lirici toscani.

Il Laurenziano, in particolare, è incentrato sull’opera di Guittone d’Arezzo (sono suoi 274 dei 474 testi del codice), di cui trasmette, bipartita in poesie cortesi e poesie di argomento morale, gran parte della produzione poetica, secondo una fisionomia che non trova riscontri in altri canzonieri volgari. Il codice raccoglie anche 34 epistole in volgare (27 in prosa e 7 in versi) in cui Guittone si adopera per rappacificare le fazioni in lotta nelle contese che tormentavano la sua terra, presentandosi dunque come primo poeta civile italiano. Il numero di testi di Guittone e l’impostazione del canzoniere, che ruota attorno alla sua figura, lascia supporre che esso possa essere stato allestito in ambienti molto vicini a quello dell’autore stesso. Gli altri poeti rappresentati sono quelli della scuola siciliana (Giacomo da Lentini, Pier delle Vigne, Guido delle Colonne, Federico II di Svevia, ecc.), i rimatori toscani di transizione (Meo Abbracciavacca, Panuccio dal Bagno, Bonagiunta), Guido Guinizzelli, e i suoi primi seguaci nella scelta del nuovo dolce stile (in opposizione proprio a quello aspro di Guittone) come Guido Cavalcanti e Monte Andrea.

Sul secondo foglio di guardia Giovanni di Simone Berti, accademico delle Crusca segnò nel secolo XVI una nota di possesso e aggiunse una «Nota de’ poeti antichi» compresi nel volume. Nel 1670 fu acquistato da Francesco Redi (nota di possesso sul f. Ir), che completò la nota del Berti con ulteriori indicazioni. Dopo la sua morte il codice passò al nipote Gregorio Redi e seguì le vicende degli altri manoscritti raccolti dal naturalista aretino, entrando a far parte della Biblioteca Laurenziana.

autografo del laurenziano rediano

Originii

C. 27v: l’inizio della canzone Al cor gentil rempaira sempre amore di Guido Guinizzelli

 

Immagine "su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Repubblica Italiana", ne è vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.

esplora l'immagine sfoglia le pagine

francesco de sanctis

Chiedere (esiste) In Guittone è notabile questo, che nel poeta senti l'uomo; quella forma aspra e rozza ha pure una fisonomia originale e caratteristica, una elevatezza morale, una certa energia d'espressione. E la scienza fu madre della poesia italiana, [...] e il padre della nostra letteratura, fu il bolognese Guido Guinicelli (p. 29) Guido è il primo poeta italiano degno di questo nome, perché è il primo che abbia il senso e l'affetto del reale (p. 50)