Angelo Poliziano

Il crepuscolo dell’umanesimo: i ‘Miscellanea’ di Poliziano

Venezia, Fondazione Cini, FGC 1. Cart., sec. XV, mm 297×220, 80 cc. Legatura pergamenacea moderna (mm 313×231).

Introduzione

Il manoscritto conserva il testo (incompleto) della Centuria secunda dei Miscellanea, di cui è l’unico
testimone, composto da Poliziano nell’ultimo periodo della sua vita, tra l’estate del 1493 e il settembre 1494: si tratta infatti di un’opera filologica in cui Poliziano si dedica alla restituzione di lezioni genuine di espressioni corrotte o perdute e all’interpretazione di termini chiave dei classici o della vita greco-latina. Continuazione della prima centuria dei Miscellanea (pubblicata da Antonio Miscomini a Firenze nel 1489), di quest’opera era nota l’esistenza ma è stata ritenuta scomparsa dalla circolazione fino al suo fortunoso ritrovamento. Il sogno dell’Umanesimo, rendere il mondocontemporaneo perfetto come quello idealizzato degli antichi, si esauriva in sterili dispute sulle lezioni dei testi.

Trascrizione del testo esposto

Credo autem in graeco etiam codice non nusquam esse mendum,
sicut versiculo octavo λοσσάμενος malim legere quam λουσάμενος ;
in versu item nono, ubi habes  ’ά γαρ ’απ’ ’Άργους. 
Verum de hoc non equidem nimis laboro.
Verba iterum Vitruvii sunt haec:
Item est in insula Cio fons, e quo qui imprudentes biberint fiunt insipientes.
Et ibi est epigramma inscultum ea sententia, iucundam eam esse potionem fontis eius
sed qui biberit saxeos habiturum sensus. Versus hi.
Hactenus Vitruvius. Graecus autem auctor ad han sententiam:
Ariston autem peripateticus philosophus in Cio fontem ait esse aquae
ex quo qui biberint sensus animi amittant; et ad hunc esse hoc epigramma:

[42 v]  ’Ηδε˜ια ψυχρο˜ιο ποτο˜υ λιβάς, ‛ήν ’αναβάλλει 
πηγή˙ ’αλλά νόω πέτρος ‛ο τη˜σδε πιών.

Descrizione

Il manoscritto fu acquistato dalla Fondazione Giorgio Cini nel 1961 da un anonimo collezionista, che lo aveva visto a Firenze negli anni Cinquanta presso un libraio antiquario. Poco si sa delle sue vicende, ma la precedente legatura settecentesca, e alcune note risalenti al XIX e XX secolo lasciano supporre che potrebbe essere stato in possesso di una famiglia campana nel XVII secolo. Nel corso delle sue peregrinazioni, ha perso alcune delle 80 carte numerate da Poliziano di cui era originariamente costituito (le cc. 19-30 sono state sostituite con un fascicolo cartaceo moderno).

Conserva il testo (incompleto) della Centuria secunda dei Miscellanea, di cui è l’unico testimone, composto da Poliziano nell’ultimo periodo della sua vita, tra l’estate del 1493 e il settembre del 1494 nella sua caratteristica corsiva, con grafia fitta e minuta, e con numerosissime note e integrazioni marginali, cancellature, spazi bianchi o segnati con puntini, probabilmente destinati all’inserimento di citazioni: si tratta infatti di un’opera filologica in cui Poliziano si dedica alla restituzione di lezioni genuine di espressioni corrotte o perdute e all’interpretazione di termini chiave dei classici o della vita greco-latina.

Continuazione della prima centuria dei Miscellanea (pubblicata da Antonio Miscomini a Firenze nel 1498), di quest’opera si conosceva l’esistenza ma non avendo raggiunto i torchi era scomparsa dalla circolazione, fino al suo fortunoso ritrovamento. Nella minuzia dei suoi aspetti tecnici, essa rende palese il ripiegamento filologico dell’umanesimo e la sua parabola discendente. Il sogno dell’umanesimo, rendere il mondo contemporaneo perfetto come quello idealizzato degli antichi, si esauriva in sterili dispute sulle lezioni dei testi. La morte del Magnifico, nel 1492, e quella di Poliziano proprio nel 1494 segnano il crepuscolo di quell’esperienza culturale.

 

i ‘Miscellanea’ di Poliziano

Poliziano[C. 42r: Poliziano tratta dei nomi dei fiumi d’Arcadia]

 

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francesco de sanctis

Il Poliziano è la più spiccata espressione della letteratura in questo secolo. [...] Aveva uno squisito sentimento della forma (p. 344-5) .