Ugo Foscolo

L’‘Inno alla nave delle Muse’ di Foscolo

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Fondo Foscoliano, inserto A del vol. III. Cart., sec. XIX1, 21 cc., dimensioni varie (160×120 mm).

Il 13 novembre 1813 Foscolo affidò a Quirina Mocenni Magiotti la custodia di libri e carte che lasciava a Firenze dovendo partire alla volta di Milano. Tre anni dopo le destinò altri quattrocentocinquanta volumi e alcune carte che aveva lasciato in custodia a Silvio Pellico abbandonando Milano per l’esilio.

Quando Pellico, nel 1820, fu arrestato, libri e carte foscoliane erano ancora a Milano, e dal carcere di Venezia egli fece sì che la Magiotti potesse farli recuperare: una parte dei libri fu venduta, il resto fu portato a Firenze, dove dove i manoscritti si riunirono con quelli consegnateli in precedenza. Nel 1884 gli eredi della Mocenni vendettero il fondo manoscritto alla Biblioteca Nazionale di Firenze, mentre i libri, confusi con i loro, finirono alla Marucelliana.

Contenuti disordinatamente in dieci volumi e tre cartelle (con molte copie della Magiotti), le carte foscoliane trasmettono numerosissime prose e abbozzi di poesie. Il fascicolo III A accoglie materiali che testimoniano la prima provvisoria fase compositiva delle Grazie, confluitivi come scritture autonome e in un ordine non corrispondente a quello originario: stesure apografe (pp. 1-3, 9-10, 31), un frammento autografo in pulito (p. 7 e 13), uno con revisioni (pp. 11-12), una minuta autografa con tormentate correzioni (p. 15), la prima e seconda redazione di uno stesso episodio (pp. 25-6 e 17), minute di primo getto (pp. 18-20, 23, 24), appunti abbandonati e frammenti (pp. 25-26  e 27), seconde redazioni (28), belle copie (29). Alle pp. 33-4 si trova poi l’Inno alla nave delle Muse, a p. 37 la minuta autografa del sonetto Quel vigil cor sul mio pensoso aspetto, a p. 39 alcuni frammenti della cantata Sotto una quercia antica (imitazione dall’abate Meli), infine alle pp. 41-2 un abbozzo in prosa del carme All’Oceano.

Interamente autografo, l’Inno alla nave delle Muse è la copia in pulito di uno o più abbozzi precedenti, con alcune correzioni. Di data incerta (ma circa del 1806, pubblicato postumo da Luigi Carrer nel 1842), fa probabilmente parte di un carme incompiuto, l’Alceo, che Foscolo intendeva dedicare alla «Storia della letteratura in Italia dalla rovina dell’Impero ai giorni nostri»: è questa una delle testimonianze dell’interesse di Foscolo per la storia letteraria, vista come momento di consapevolezza civile della nazione, un interesse qui ancora gravato di paludamenti retorici e orpelli classici ma che è condiviso dai quasi contemporanei Sepolcri e che sarà alla base della successiva attività di storico e promotore della letteratura italiana esercitata da Foscolo nell’esilio inglese, con i celebri studi su Dante e Petrarca.

L’‘Inno alla nave delle Muse’ di Foscolo

Foscolo[P. 33: L'inizio dell'Inno]

 

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